Fiction
Ambientato fra Parigi e Roma a cavallo tra il 18° e il 19° secolo, il romanzo prende spunto dalla vendita di avanzi alimentari diffusa all’epoca nella capitale francese, per affrontare un tema molto attuale: il cibo come strumento di controllo sociale, e il mercato della fame come territorio per costruire fortune.
The story is set between Paris and Rome at the turn of the eighteenth and nineteenth centuries. It takes its cue from the sale of food leftovers that were widespread in the French capital at the time, and deals with a theme of strict topicality: food as a tool for social control, and the hunger market as a territory to build fortunes.
Eris Edizioni, 2020
Illustrazioni | Giuseppe Palumbo
Editing | Francesca Bianchi
rassegna stampa
Una commedia colta, a volte noir, a volte grottesca, che si srotola nei bassifondi scritta da una delle penne più silenziose e brillanti del paese con un vocabolario ricchissimo e divertente.
Gabriele Zanatta | Identità Golose | 10.12.20
L’Appetito ha la qualità di lasciare al lettore molto spazio e il linguaggio è condito dall’impareggiabile ironia che di Serena è il tratto distintivo.
Raffaella Prandi | Cook_Inc | Novembre 2020
Nell’epoca dell’ossessione del cibo, L’appetito chiama il lettore a prendere posizione di fronte al concetto di “abbondanza”
Gastronomika | Linkiesta | 09.10.20
Si muore di fame, si costruiscono fortune sulla fame. Senza preoccuparsi di esserlo, L’Appetito si rivela attualissimo.
Sandro Cappelletto| La Stampa | 31.08.20
“L'Appetito, ma si potrebbe intitolare la fame: un romanzo con una vena noir ambientato nell'800, ma attualissimo.”
Carlo Gallucci | La Lettura TG5 | 14.06.20
Controllare la fame, controllare la plebe. Il cibo è potere nel romanzo L'Appetito.
Marisa Fumagalli | La Lettura CdS | 14.06.20
Un oggetto narrativo non identificato estremamente compatto ed elegante. L'Appetito è di enorme interesse e permette riflessioni provocatorie sull’oggi.
Franco Pezzini | Carmilla on line | 09.06.20
Nonfiction
Il saggio prende spunto dalla riflessione su come meno le pratiche legate al cibo tradizionale appartengono alla nostra quotidianità, più si sente l’urgenza di ricrearle dando vita a un mercato della tradizione per soddisfare l’ossessione delle “radici culturali”.
In particolare gli studi di Jesi, Kerény e, su tutti, Walter Benjamin, sono la guida lungo la quale si articola un percorso su due aspetti della relazione cibo/identità, che appartengono alla quotidianità del rapporto di ciascuno di noi con il mangiare: uno è la dimensione spazio-temporale, l’altro le parole che usiamo per definire il cibo, e di conseguenza per definirci.
Spoiler: il testo contiene un piccolo tranello sulla madeleine. Un gioco che faccio nelle lezioni in storytelling e comunicazione, per dimostrare con un esempio pratico come funziona la "palude del vago". Chi ha fretta di sapere qual è, può trovare la risposta sul sito. Ma è più divertente almeno provare a scovarlo!
Cibo e identità – l'identità nell'epoca della sua riproducibilità gastronomica
Eris ed. - collana BookBlock 2021
a cura di Rachele Cinerari
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